Le obiezioni tipiche...e alcune risposte!

COME RISPONDERE ALLE PIU’ TIPICHE OBIEZIONI:
· “Le auto sostano davanti alla scuola per pochi minuti, che fastidio danno?”: E’ vero, ma sono gli stessi minuti in cui i bambini scendono, corrono, arrivano da ogni dove in bici o a piedi, entrano o escono da scuola in massa. Sono quindi i miniuti più critici, sia a livello di sicurezza, sia a livello di inquinamento.
· “Ma così arriviamo tardi al lavoro”: imbottigliarsi nel traffico è uno dei motivi più frequenti per il ritardo al lavoro. Parcheggiare davanti al portone della scuola vuol dire, molto probabilmente, restare intrappolati nel traffico per minuti e minuti, prima di uscire. Parcheggiare lontano, prendere la bici, il tram, o mandare i bambini con piedibus, o scuolabus sono alternative che permettono di guadagnare salute, rispettare l’ambiente, e arrivare in orario al lavoro!
· “Ma se piove come facciamo?” La pioggia non ha mai ucciso nessuno…a meno che non sia acida! A parte gli scherzi, la pioggia c’è in abbondanza anche (e sopratttutto) nei paesi nordici dove andare a scuola in bici è la norma. Come mai? Questione di abitudine! Quindi armiamoci di stivaletti, mantelline, e ombrello. La strada scolastica non è certo lunga 10 km! Arriveremo sani e salvi e non affogheremo in nessuna palude!
· “Chiudendo una strada non si risolve il problema del traffico e dell’inquinamento, lo si sposta soltanto”. E’ vero, infatti per ridurre l’inquinamento bisognerebbe impedire l’accesso a tutte le auto a motore in tutte le strade urbane. Ma tra zero e mille c’è una via di mezzo: questa via di mezzo è la strada scolastica, che di certo non risolve il problema creato dalle auto, ma almeno lo allontana dalle scuole, luoghi sensibili e frequentati dai bambini.
· “Ma tanto chi usa la macchina continua ad usarla”. Non è vero. La maggioranza dei tragitti abituali è di pochi km. Questo vuol dire che la chiusura delle strade, la mancanza di parcheggi, le zone 30 e altri “ostacoli”, rappresentano un elemento di deterrenza da non sottovalutare: l’auto perde di comodità e la gente si orienta verso altri mezzi più sostenibili.
· “In cambio allora dovete crearci un parcheggio, magari cementificando il parco”. Ma anche no. I parcheggi che ci sono, bastano e avanzano. In nessun modo una strada scolastica si deve accompagnare con la creazione di un nuovo parcheggio, magari cementificando terreno e sacrificando il verde. Sarebbe un paradosso! Il cemento aumenta i rischi idrogeologici, desertifica il terreno, aumenta il fenomeno delle isole di calore, e i parcheggi attraggono traffico. Più che parcheggi, le amministrazioni dovrebbero impegnarsi a implementare i mezzi pubblici, a rendere più comodi e meno costosi gli scuolabus.

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